mercoledì 24 agosto 2011

VIAGGI&WEEKEND - TRA LE MONTAGNE DEL FRIULI

Buongiorno da VIAGGI&WEEKEND !

 FORCELLA OMBLADET  CIMON DI CRASULINA
In fondo alla Val Pesarina, che collega la Carnia con il Cadore, nascosto tra le montagne del  Friuli Venezia Giulia si trova Pesariis, un piccolo borgo in cui tradizione artigiana e frutti della terra generosa lo contraddistinguono da secoli. E’ dal 700, infatti, che i maestri artigiani del luogo realizzano abilmente orologi destinati a torri civiche e campanarie. Questa ricca e secolare produzione oggi si può ammirare lungo un percorso che si snoda tra le vie del paese. Ci si può imbattere nell’orologio carillon, in quello ad acqua a turbina, nell’orologio dei pianeti, in quello a scacchiera, a vasche d’acqua e a palette giganti. Inoltre, il Museo dell’Orologeria pesarina permette sia di ricostruire parte della storia degli strumenti per la misurazione del tempo, sia di ammirare dai grandi ingranaggi che li compongono agli orologi da parete a lancette finemente lavorate, da quelli a pendolo di ottima fattura ai complessi meccanismi per le stazioni ferroviarie.
Nella collezione si possono apprezzare anche gli svegliarini monastici, orologi in cui è il quadrante a essere mobile anziché le lancette, oltre ai più antichi orologi domestici pesarini, con meccanismo a ripetizione dell'ora, e ai famosi orologi da torre. Da quelli del 1700 con ingranaggi in ferro, a quelli in ottone del 1800 fino a quelli con ricarica automatica della seconda metà del Novecento. Il secolo scorso è rappresentato dagli orologi a palette, dai teleindicatori e dagli orologi timbra cartellino. Tra questi anche il famoso Cifra3, tutt'ora esposto al Museum of Modern Art di New York. 
Ma il paese friulano è noto anche per molte delle sue abitazioni, che lo rendono un autentico gioiello architettonico, e per i suoi prodotti tipici ad esse legati. Rivestono particolare importanza la “casa della Pesa”, che occupa il Piccolo Museo della casa Carnica, e la “casa Bruseschi”, tipica residenza signorile del luogo tra Seicento e Settecento. Sul piano culinario, invece, bisogna annotare la “jota pesarina”, una specie di zuppa che si differenzia da quella più nota di Trieste, perché fatta con fagioli, latte ed erbe di montagna lasciate essiccare proprio nei solai delle abitazioni del paese.
Non è un caso che questa ricetta di un tempo annoveri tra i suoi principali ingredienti proprio i fagioli. I borlotti di Pesariis, infatti, sono una varietà locale cosiddetta “rampicante” coltivata, certamente a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, in Val Pesarina. Secondo una serie di testimonianze dell’epoca, infatti, questo legume è da sempre il protagonista dell’agricoltura del luogo, grazie all’utilizzo di tecniche di coltivazione tradizionali, senza impiego di fertilizzanti e fitofarmaci e mantenuto mediante una selezione manuale conservativa, praticata annualmente.
Un legame unico quello raccontato, rivissuto in autunno, grazie alla manifestazione gastronomica “Arlois e fasois”, “Orologi e Fagioli”, che si svolge ogni anno proprio a Pesariis.

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